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Massimo Gallo

IL PALAZZO DEL QUIRINALE

IL PALAZZO DEL QUIRINALE

Visitare il Palazzo del Quirinale è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Perché è sede della Presidenza della Repubblica, la più grande carica dello Stato, simbolo dell’unità nazionale. Perché è uno dei più grandi palazzi del mondo. E, infine, perché è una sorprendente galleria d’arte e di design contemporanei: circa 220 opere, di oltre 130 autori, sono state infatti installate in cortili, saloni e giardini. È il progetto “Quirinale contemporaneo”, nato nel 2019, fortemente voluto dal presidente Sergio Mattarella, ideato e realizzato dal Segretario Generale Ugo Zampetti e curato da Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna Contemporanea di Roma. Un progetto che ha ispirato altre iniziative simili come quella alla Villa Reale di Monza. La coraggiosa idea di ospitare nel palazzo più importante d’Italia dipinti, sculture e oggetti di arte e design dal secondo dopoguerra a oggi ha contraddistinto il mandato del Presidente Mattarella, autore nel 2015 di un’altra decisione senza precedenti, l’apertura al pubblico in maniera continuativa delle tre residenze presidenziali: il Quirinale stesso, la Tenuta di Castelporziano (a 25 chilometri da Roma) e Villa Rosebery a Napoli.

“La creazione artistica è da sempre specchio del tempo.
L’attenzione al dialogo con il mondo contemporaneo dell’arte e del design manifesta la vitalità delle istituzioni e la capacità di esprimere il senso condiviso della nostra identità”

                                                                                                                                                          Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica

Tutte le avanguardie in mostra

I lavori di Quirinale contemporaneo sono tutti firmati da artisti e designer italiani e acquisiti a titolo gratuito per effetto di donazioni o grazie a comodati d’uso pluriennali. È una carrellata delle diverse avanguardie: i gruppi Forma e Origine, il Gruppo di Scicli, l’Arte Povera, lo Spazialismo, la Pop Art, l’Iperrealismo, l’informale, l’arte concettuale ecc. Tutte espressioni artistiche del periodo repubblicano che mancavano nel palazzo presidenziale, ricco invece di opere d’arte realizzate nei secoli precedenti, quando il Quirinale fu usato prima come residenza di trenta papi dal 1583 al 1870 (da Gregorio XIII a Pio IX) e quindi come sede della famiglia reale sabauda.

La selezione dei lavori segue alcuni criteri: «Ci rivolgiamo direttamente agli artisti, ai loro eredi, ai loro archivi, alle loro fondazioni; nessuna opera viene presa da un museo pubblico, proprio per non attingere al patrimonio già fruibile dalla cittadinanza ma, al contrario, per arricchirlo», spiega Mazzantini. «La scelta è basata su criteri di inclusione: sono rappresentate tutte le regioni d’Italia, con un ampio spazio alle protagoniste femminili dell’arte e del design. Si è cercato di rappresentare un po’ tutte le tendenze della creatività del periodo repubblicano, perché questo luogo fosse anche nella sua rappresentazione artistica la Casa degli Italiani, di tutti gli italiani».

Un perfetto connubio fra passato e presente

L’allestimento non è invasivo ma improntato al rispetto delle decorazioni storiche. I quadri sono stati appesi in modo tale da non “interferire” con arazzi e affreschi e le sculture e gli oggetti di design sembrano far parte da sempre di sale e spazi esterni. «Bisogna avere la capacità di innestare il contemporaneo nella preesistenza, bisogna farlo con garbo e rispetto, senza cercare contrasti», spiega ancora Mazzantini. «È una lezione che ci hanno insegnato gli artisti che si sono confrontati con il passato, a partire dal Rinascimento: solo così il patrimonio si stratifica e continua a vivere. Questa è la nuova visione di Quirinale contemporaneo: l’Italia non vive soltanto del riverbero della sua magnifica tradizione, ma è ancora una straordinaria fucina di creatività».

Tutto è bellissimo, grazie anche ai restauri che a turno coinvolgono le diverse parti del palazzo: sono lavori che servono a consolidare le strutture architettoniche secolari, a curare i numerosi capolavori nei laboratori interni del palazzo, ma anche ad aggiornare i sistemi di sicurezza, perché l’obiettivo è quello di aprire sempre più stanze al pubblico.

Il percorso Quirinale contemporaneo attraversa alcuni luoghi “familiari”, che abbiamo imparato a conoscere grazie alle immagini televisive trasmesse in occasione delle attività istituzionali del Presidente. Il percorso si snoda tra il Cortile d’Onore, il piano terra, il piano nobile e gli Appartamenti Imperiali, passando per la palazzina Gregoriana, il nucleo più antico del Quirinale, lo studio del Presidente, gli appartamenti ricavati nel fabbricato della Manica Lunga per ospitare i capi di Stato stranieri e la sala degli Scrigni, dove nel 1809 papa Pio VII fu arrestato per ordine di Napoleone. E permette di ammirare gli ambienti più belli e solenni: la cappella Paolina, usata per i concerti domenicali trasmessi su Rai Radio 3; il salone dei Corazzieri, lo spazio più grande del palazzo; la scala di Ottaviano Mascarino (del 1583-84), a pianta ellittica, copiata dal Borromini nel vicinissimo palazzo Barberini.

La sfilata di artisti che partecipano al progetto è così ricca da fare invidia ai principali musei. Le opere sono iconiche, come i tagli di Fontana, i vetri di Venini, le cancellature di Isgrò, le lampade di Castiglioni, le tele ipnotiche di Dorazio, i neri e gli ori di Burri, gli oggetti fantasiosi di Sottsass e altro. Una grande pluralità di voci che fa di Quirinale contemporaneo un modello di tutela: «Al Quirinale una visione dinamica e non statica del patrimonio culturale ha superato la barriera ideologica fra conservazione e innovazione, dimostrando che i luoghi vitali mutano nel tempo», puntualizza Mazzantini. Per questo Quirinale contemporaneo è stato concepito come un progetto in fieri e la collezione continua a crescere, con nuove opere che vengono acquisite, esposte e documentate su un sito Internet costantemente aggiornato. «Ogni generazione deve aggiungere al patrimonio qualcosa di nuovo che un giorno sarà degno di diventare antico. In questa prospettiva nelle sedi della Presidenza della Repubblica saranno esposte opere di tutte le generazioni: dimostrando che il Quirinale è al contempo la casa degli Italiani di ieri, di oggi e di domani».

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