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Massimo Gallo

JOAN, LA SORELLA DI SHAKESPEARE

JOAN, LA SORELLA DI SHAKESPEARE

In un libro italiano del XVII secolo è stato ritrovato un testo attribuito a Joan, misteriosa figura della letteratura inglese. Da quando Virginia Woolf citò “la sorella di Shakespeare” nel suo scritto Una stanza tutta per sé (1929), questa figura misteriosa e senza volto divenne un’ossessione per il mondo letterario. Ma chi era Joan Shakespeare? Da quel poco che sappiamo, pare che scrivesse. Ora è emerso forse un suo testo: analizzando le copie digitali di un’opera religiosa italiana del XVII secolo (L’ultima volontà e testamento dell’anima) e delle sue traduzioni in sei lingue, si pensa che alcune parti potrebbero essere opera della presunta sorella del Bardo. Nel manoscritto inglese si legge una firma: “J. Shakespeare”. Fino a oggi il testo era stato attribuito a John, il padre del poeta, morto nel 1601. Ma potrebbe essere di Joan. Nascosto nelle travi della casa di famiglia a Stratford-upon-Avon, il manoscritto fu ritrovato intorno al 1770: contiene una “promessa”, quella di aspirare a una buona morte cattolica. Cosa curiosa, visto che allora il cattolicesimo non poteva essere professato in Inghilterra, pena la tortura. Quindi l’autore di questo testamento spirituale sembra dichiarare una «devozione radicale e pericolosa alla religione cattolica», come spiega Matthew Steggle dell’Università di Bristol, che ha condotto l’analisi sul testo. Secondo lo studioso il manoscritto risale al 1613, e fu quindi scritto alcuni anni dopo la morte di Shakespeare padre. A scriverlo deve essere stata l’unica altra possibile “J. Shakespeare”, Joan, che visse dal 1569 al 1646 in quella casa. Altri indizi, secondo Steggle, lo confermano.

OSSESSIONE JOAN

Ci sono soltanto sette documenti giunti fino a noi che citano Joan Shakespeare, menzionandola senza riportarne il nome completo. Celebre il Saggio Una stanza tutta per sé del 1929, dove Virginia Woolf scrive della “sorella di Shakespeare” per spiegare come le figure femminili non potessero mai sperare di essere scrittrici o di voler tramandati i propri testi. Per questo Joan è diventata il simbolo di tutte le voci perdute delle donne del primo periodo moderno, ispirando persino il nome di una band, Shakespeare Sister. Oggi Joan esce dal regno degli invisibili grazie al confronto di testi digitali sparsi in archivi e biblioteche europee, ritrovando la sua voce.

 

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