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Massimo Gallo

PILLOLE DI LETTERATURA: UMBERTO SABA

UMBERTO SABA: IL POETA DELLA SEMPLICITÀ E DELLA PROFONDITÀ

Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, nacque il 9 marzo 1883 a Trieste, all’epoca parte dell’Impero austro-ungarico. Suo padre, Ugo Edoardo Poli, abbandonò la famiglia prima della sua nascita, lasciando Saba a crescere con la madre, Felicita Rachele Cohen, di origini ebraiche. I primi anni della sua vita furono segnati dall’affetto della balia slovena, Peppa Sabaz, che Saba considerava una seconda madre.

Gli Studi e le Prime Esperienze Letterarie. Saba frequentò il ginnasio “Dante Alighieri” e successivamente l’Accademia di Commercio e Nautica, che però abbandonò. Durante l’adolescenza, si avvicinò alla musica e alla poesia, iniziando a scrivere i suoi primi sonetti influenzati da Parini, Foscolo, Leopardi e Petrarca. Nel 1903 si trasferì a Pisa per proseguire gli studi, ma presto abbandonò anche questi per tornare a Trieste.

Il Canzoniere e la Maturità Poetica. Nel 1911, Saba pubblicò la sua prima raccolta di poesie, “Poesie”, seguita da “Coi miei occhi” nel 1912. Tuttavia, fu con “Il Canzoniere”, una raccolta che riunisce tutta la sua produzione poetica dal 1900 al 1954, che Saba raggiunse la piena maturità artistica. Quest’opera, pubblicata in diverse edizioni, rappresenta una sorta di autobiografia poetica e riflette la sua vita interiore e le sue esperienze personali.

Gli Anni della Guerra e il Dopoguerra. Durante la Prima Guerra Mondiale, Saba fu arruolato nell’esercito italiano e questa esperienza influenzò profondamente la sua poesia. Negli anni ’30 e ’40, Saba visse a Trieste, dove gestì una libreria antiquaria. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa delle sue origini ebraiche, fu costretto a nascondersi per sfuggire alle persecuzioni naziste.

Gli Ultimi Anni e l’Eredità. Dopo la guerra, Saba continuò a scrivere e a pubblicare poesie fino alla sua morte, avvenuta il 25 agosto 1957 a Gorizia. La sua poesia, caratterizzata da un linguaggio semplice e diretto, ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura italiana del Novecento. Le sue opere continuano a essere studiate e apprezzate per la loro profondità emotiva e la loro capacità di esplorare la condizione umana.

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