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Massimo Gallo

PILLOLE DI LETTERATURA: CESARE PAVESE

CESARE PAVESE: IL POETA DEL DISAGIO ESISTENZIALE

Cesare Pavese nacque il 9 settembre 1908 a Santo Stefano Belbo, un piccolo paese delle Langhe, in provincia di Cuneo. Figlio di Eugenio Pavese, cancelliere presso il Palazzo di Giustizia di Torino, e di Fiorentina Consolina Mesturini, Cesare trascorse un’infanzia segnata dalla perdita del padre nel 1914. La madre, di carattere autoritario, allevò Cesare e sua sorella Maria con rigore, contribuendo a formare il carattere introverso e riflessivo del futuro scrittore.

Gli Studi e l’Inizio della Carriera. Pavese studiò a Torino, dove frequentò il Liceo D’Azeglio e successivamente l’Università, laureandosi in Lettere con una tesi su Walt Whitman. Durante gli anni universitari, iniziò a tradurre opere di autori americani come Herman Melville e Sinclair Lewis, introducendo in Italia la letteratura statunitense moderna. Nel 1930, iniziò a collaborare con la casa editrice Einaudi, diventando una figura centrale nel panorama letterario italiano.

L’Arresto e la Guerra. Nel 1935, Pavese fu arrestato e condannato al confino per attività antifasciste. Questo periodo di isolamento influenzò profondamente la sua scrittura, portandolo a riflettere sul tema della solitudine e del disagio esistenziale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Pavese continuò a scrivere e a lavorare per Einaudi, pubblicando opere come “Paesi tuoi” (1941) e “La casa in collina” (1948).

Il Successo e il Premio Strega. Nel dopoguerra, Pavese raggiunse il successo con romanzi come “La luna e i falò” (1950), che esplora il ritorno alle radici e il confronto con il passato. Nel 1950, vinse il Premio Strega con la raccolta di racconti “La bella estate”. Nonostante il riconoscimento e il successo, Pavese continuò a lottare con il suo malessere interiore.

Gli Ultimi Anni e la Morte. Il 27 agosto 1950, Cesare Pavese si tolse la vita in una camera d’albergo a Torino. La sua morte lasciò un vuoto profondo nella letteratura italiana, ma le sue opere continuano a essere lette e apprezzate per la loro profondità e introspezione.

Eredità e Influenza. Cesare Pavese ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura italiana del Novecento. Le sue opere, tra cui “Il mestiere di vivere”, “Dialoghi con Leucò” e “La luna e i falò”, sono ancora oggi studiate e apprezzate per la loro capacità di esplorare i temi della solitudine, dell’identità e del disagio esistenziale. La sua vita e il suo lavoro sono un esempio di come la letteratura possa riflettere le complessità dell’esperienza umana.

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Documentario RAI
I grandi della letteratura italiana
Conduce: Edoardo Camurri
Scrittore, giornalista e conduttore televisivo
(Laureato all’Università degli Studi di Torino) 

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