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Massimo Gallo

VINCENZO CARDARELLI (1887-1959)

VINCENZO CARDARELLI: IL POETA DELLA NOSTALGIA

Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli, vide la luce il 1º maggio 1887 a Corneto Tarquinia, oggi conosciuta come Tarquinia. La sua infanzia fu segnata da difficoltà: figlio illegittimo, perse presto la madre e crebbe con il padre, che gestiva il buffet della stazione ferroviaria. Questi anni di solitudine e privazioni influenzarono profondamente la sua poetica futura.

Gli Anni della Formazione. A diciassette anni, Cardarelli fuggì di casa e si trasferì a Roma, dove iniziò a lavorare come correttore di bozze per il quotidiano “Avanti!”. Fu in questo periodo che iniziò a frequentare i circoli intellettuali della città, formandosi come autodidatta e sviluppando il suo stile unico. La sua carriera giornalistica decollò rapidamente, portandolo a collaborare con diverse riviste letterarie come “Il Marzocco” e “La Voce”.

La Nascita del Poeta. Nel 1915, Cardarelli si trasferì a Firenze, dove pubblicò la sua prima raccolta di poesie, “Prologhi”. L’anno successivo, iniziò a collaborare con il quotidiano romano “Il Tempo”, stringendo amicizia con Giovanni Papini e altri intellettuali dell’epoca. Nel 1919, fondò la rivista “La Ronda”, che divenne il fulcro di un nuovo movimento letterario, il “rondismo”.

Le Opere Principali. Tra le opere più celebri di Cardarelli si annoverano “Il sole a picco” (1929), una raccolta di prose liriche, e “Poesie” (1936), che venne ampliata nelle edizioni del 1942 e del 1948. Le sue poesie sono caratterizzate da una profonda nostalgia e un’attenzione lirica alla natura e alla sua terra natale. Altre opere significative includono “Cielo sulle città” (1938) e “Viaggio d’un poeta in Russia” (1954).

Gli Ultimi Anni. Vincenzo Cardarelli trascorse gli ultimi anni della sua vita a Roma, dove continuò a scrivere e a collaborare con vari giornali e riviste. Morì il 18 giugno 1959, lasciando un’eredità letteraria che continua a influenzare poeti e scrittori contemporanei.

L’Eredità di Cardarelli. La poesia di Vincenzo Cardarelli rimane un punto di riferimento per la letteratura italiana del Novecento. La sua capacità di trasformare le esperienze personali in versi universali ha reso le sue opere immortali, celebrando la bellezza e la malinconia della vita.

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Le spiagge di Tarquinia e la Via Veneto in cui stava per sbocciare “la dolce vita”: è la “storia quasi vera” di Vincenzo Cardarelli. Un ritratto realizzato nei luoghi e nelle strade in cui ha vissuto, attraverso i ricordi dell’infanzia, l’attività giornalistica, il suo amore per Giacomo Leopardi.

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