IL TRONCAMENTO: APOSTROFO NO
IL TRONCAMENTO: APOSTROFO NO
uno uomo –> un uomo
qual è –> quale è
un grande caldo –> un gran caldo
Quando la vocale finale àtona o l’intera sillaba finale di una parola cadono si ha un troncamento (detto anche apòcope). Questo fenomeno può avvenire sia davanti alla vocale sia davanti alla consonante iniziale della parola seguente.
LA REGOLA
Il troncamento è obbligatorio:
• con uno, alcuno, ciascuno, nessuno: un cane, alcun dubbio, ciascun giocatore, nessun disturbo;
• con buono, bene; buon uomo, un buon risultato, ben tornato;
• con bello, santo e quello, ma soltanto davanti a parole maschili singolari che iniziano con una consonante: un bel bambino, San Pietro, quel libro;
• con signore, professore, dottore, ingegnere, cavaliere, commendatore, frate, suora seguiti da un nome proprio: il signor Biondi, il dottor Bidfi, l’ingegner Perini, il cavalier Rossi, fra Bartolomeo, suor Paola.
DA SAPERE
Il troncamento della vocale finale si ha soltanto a una parola singolare e mai davanti a una parola plurale o femminile: un buon bambino/i buoni bambini/una buona bambina; alcun problema/alcuni problemi/alcuna cosa. Se la parola che segue è di genere femminile (e comincia per vocale) si ha invece il fenomeno dell’elisione, contraddistinto dall’apostrofo: un’amica/una buon’amica/una bell’avventura/nessun’altra idea/qualcun’altra/a quell’epoca/Sant’Anna.
Il troncamento è facoltativo (è più usato, ma non è obbligatorio):
• con tale e quale usati al maschile e femminile singolare: un tal Rossi ti ha chiamato; qual è il mio ruolo? Ma è corretto anche un tale Rossi ti ha chiamato; quale è il mio ruolo?;
• con gli infiniti verbali: andar di fretta, aver fame, esser magro, voler bene, saper suonare, parlar male ecc.;
• in alcune espressioni cristallizzate come ben bene, fil di ferro, mal di testa, amor proprio, mal di mare, fior di milioni, in fin dei conti ecc.
Il troncamento è vietato:
• davanti alle parole che iniziano con s preconsonantica, z, gn, ps e x: uno stupido, uno gnomo, uno psicologo, uno xilofono, Santo Stefano. Con questi sostantivi non si ha troncamento, anche se preceduti da bello, buono, quello: un buono zio, un bello scarpone, un buono psicologo, quello strano individuo.
SI DICE, MA NON SI SCRIVE
Spesso nella lingua parlata si fa un uso piuttosto disinvolto del troncamento, come quando, ad esempio, si dice: un bel zero, un buon stipendio. Cercate di evitare queste forme nel parlato e non usatele nello scritto, perché sono scorrette. Preferite dunque sempre le espressioni un bello zero, un buono stipendio.
Il troncamento non prevede mai l’apostrofo tranne nei casi seguenti (da imparare a memoria): po’ (poco), be’ (bene), mo’ (modo) e i verbi di’, da’, fa’, sta’, va’ (forme dell’imperativo di dire, dare, fare, stare, andare).
DA SAPERE
Come capire se dobbiamo usare l’apostrofo oppure no? Ecco un suggerimento pratico per distinguere se siamo di fronte a un’elisione (apostrofo sì) o a un troncamento (apostrofo no): non ci vuole l’apostrofo quando la parola che ha perduto la vocale finale può stare anche davanti a una parola che comincia per consonante, in caso contrario si ha elisione e ci vuole l’apostrofo. Buon uomo, ad esempio, non si apostrofa (è un troncamento), perché si può dire anche buon padre; pover’uomo, invece, si apostrofa (è un’elisione), perché non si può dire pover padre.