SALVATORE QUASIMODO: IL POETA DELL’ERMETISMO E DELLA MODERNITÀ

Salvatore Quasimodo nacque il 20 agosto 1901 a Modica, in Sicilia. Suo padre, Gaetano, era capostazione, e la famiglia si trasferì spesso durante la sua infanzia. Nel 1908, si stabilirono a Messina, dove Quasimodo visse il devastante terremoto che colpì la città. Questi eventi influenzarono profondamente la sua sensibilità poetica.

Gli Studi e le Prime Esperienze Letterarie. Nel 1919, Quasimodo si diplomò al locale Istituto Tecnico e si trasferì a Roma per proseguire gli studi in ingegneria. Tuttavia, le difficoltà economiche lo costrinsero a lavorare come disegnatore tecnico. Durante questo periodo, iniziò a pubblicare le sue prime poesie e a collaborare con varie riviste letterarie.

Il Movimento Ermetico e le Prime Opere. Nel 1929, su invito di Elio Vittorini, si trasferì a Firenze, dove entrò in contatto con poeti come Eugenio Montale e Alessandro Bonsanti. Qui pubblicò la sua prima raccolta di poesie, “Acque e terre”, nel 1930. Seguì “Oboe sommerso” nel 1932, consolidando la sua posizione nel movimento ermetico.

La Maturità Poetica e il Nobel. Negli anni ’40, Quasimodo si trasferì a Milano e si dedicò completamente alla scrittura. Pubblicò “Ed è subito sera” nel 1942, una delle sue opere più celebri. Nel 1959, fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura per la sua poesia lirica che esprime con fuoco classico la tragica esperienza della vita contemporanea.

Gli Ultimi Anni e l’Eredità. Quasimodo trascorse gli ultimi anni della sua vita a Napoli, dove morì il 14 giugno 1968. La sua eredità letteraria è caratterizzata da una profonda riflessione sulla condizione umana e da una straordinaria capacità di tradurre le emozioni in versi. Le sue traduzioni di liriche greche e opere teatrali di Shakespeare e Molière sono ancora oggi apprezzate.