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Massimo Gallo

LETTERATURA: LUDOVICO ARIOSTO

LUDOVICO ARIOSTO: IL CANTORE DELL’EPICA CAVALLERESCA

Ludovico Ariosto nacque l’8 settembre 1474 a Reggio Emilia, nel ducato di Modena. Figlio di Niccolò Ariosto, comandante della cittadella di Reggio Emilia, e Daria Malaguzzi Valeri, Ludovico mostrò fin da giovane una forte inclinazione per la poesia. Tuttavia, su insistenza del padre, iniziò a studiare legge all’Università di Ferrara, studi che abbandonò nel 1494 per dedicarsi completamente alla letteratura.

Gli Inizi della Carriera e il Servizio presso gli Este. Dopo la morte del padre nel 1500, Ariosto dovette assumersi la responsabilità di sostenere la numerosa famiglia. Nel 1503 entrò al servizio del cardinale Ippolito d’Este, per il quale svolse vari incarichi diplomatici e amministrativi. Durante questo periodo, iniziò a scrivere le sue prime commedie in volgare, come “La Cassaria” (1508) e “I Suppositi” (1509).

L’Orlando Furioso e la Fama. Nel 1516, Ariosto pubblicò la prima edizione del suo capolavoro, “Orlando Furioso”, un poema epico che narra le avventure dei paladini di Carlo Magno e le loro battaglie contro i Saraceni. L’opera, scritta in ottave rime, ebbe un immediato successo e fu ampiamente apprezzata in tutta Europa. Ariosto continuò a rivedere e ampliare il poema, pubblicando una seconda edizione nel 1521 e una terza e definitiva edizione nel 1532.

Gli Anni della Maturità e il Governatorato della Garfagnana. Nel 1522, Ariosto fu nominato governatore della Garfagnana, una regione montuosa e turbolenta sotto il controllo degli Este. Nonostante le difficoltà, riuscì a mantenere l’ordine e a guadagnarsi il rispetto della popolazione locale. Tornato a Ferrara nel 1525, continuò a scrivere e a lavorare come funzionario presso la corte ducale.

Gli Ultimi Anni e l’Eredità. Ludovico Ariosto morì il 6 luglio 1533 a Ferrara. La sua eredità letteraria è immensa: “Orlando Furioso” è considerato uno dei capolavori della letteratura rinascimentale e ha influenzato profondamente la poesia epica europea. Le sue commedie, come “Il Negromante” e “La Lena”, sono tra le prime opere teatrali italiane a recuperare le forme e i caratteri del teatro classico latino.

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