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Massimo Gallo

CESARE ZAVATTINI (1902-1989)

CESARE ZAVATTINI: IL MAESTRO DEL NEOREALISMO ITALIANO

Cesare Zavattini nacque il 20 settembre 1902 a Luzzara, un piccolo paese in provincia di Reggio Emilia. Figlio di Arturo Zavattini e Ida Giovanardi, Cesare trascorse la sua infanzia tra Luzzara e Bergamo, dove frequentò il liceo ginnasio Paolo Sarpi.

Gli Anni della Formazione. Dopo il liceo, Zavattini si iscrisse alla Facoltà di Legge dell’Università di Parma. Tuttavia, la sua vera passione era la scrittura. Durante gli anni universitari, iniziò a collaborare con la “Gazzetta di Parma”, segnando l’inizio della sua carriera giornalistica.

L’Inizio della Carriera Giornalistica. Nel 1928, Zavattini intraprese seriamente la carriera giornalistica a Parma. Nel 1930 si trasferì a Milano, dove lavorò per la Rizzoli Editore e scrisse per varie riviste, tra cui “Lei”, “Novella” e “Il Secolo Illustrato”. La sua rubrica “Cronache da Hollywood” divenne particolarmente popolare.

L’Incontro con il Cinema. Il 1935 fu un anno cruciale per Zavattini: incontrò Vittorio De Sica, con cui iniziò una lunga e fruttuosa collaborazione. Insieme, crearono capolavori del neorealismo italiano come “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948), “Miracolo a Milano” (1951) e “Umberto D.” (1952).

Il Contributo al Neorealismo. Zavattini non fu solo uno sceneggiatore, ma anche un teorico del neorealismo. Nel 1952, pubblicò un’intervista intitolata “Alcune idee sul cinema”, che divenne il manifesto del movimento neorealista. La sua visione era quella di un cinema che riflettesse la realtà quotidiana e le esperienze delle persone comuni.

Gli Ultimi Anni e la Morte. Negli anni successivi, Zavattini continuò a scrivere e a contribuire al mondo del cinema e della letteratura. Morì il 13 ottobre 1989 a Roma, lasciando un’eredità indelebile nel panorama culturale italiano.

Opere Principali. Tra le sue opere più celebri si annoverano:
– “Ladri di biciclette” (1948) – Un film che racconta la disperazione di un uomo alla ricerca della sua bicicletta rubata, essenziale per il suo lavoro.
– “Miracolo a Milano” (1951) – Una favola moderna che mescola realismo e magia.
– “Umberto D.”(1952) – La storia toccante di un pensionato che lotta per sopravvivere nella Roma del dopoguerra.

Cesare Zavattini rimane una figura centrale nella storia del cinema italiano, un maestro che ha saputo raccontare con sensibilità e profondità le storie della gente comune.

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Contestatore di se stesso, si è sempre rammaricato di non essere abbastanza pazzo. Cesare Zavattini raggiunge, in bilico tra sogno e realtà, sperimentazione e fantasia, irraggiungibili vette di comunicazione. Oscar nel 1947 e nel 1949, nel 1955 Premio mondiale per la Pace e nel 1977 il “Writers Guild of America Medaillon”, premio dell’Associazione Scrittori di cinema americani, un’onorificenza concessa in precedenza solo a Charlie Chaplin. Scrittore, pittore, giornalista, autore di programmi radiofonici e televisivi, di commedie teatrali, di poesie, inventore di nuove forme di cinema e di documentario, portavoce della stagione unica e felice del neorealismo. Cesare Zavattini nasce a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, il 20 settembre 1902. Muore a Roma il 13 ottobre 1989. Videografia: Cesare Zavattini: vivo (1995); Incontri – Cesare Zavattini: parliamo tanto di me (1967); La “Follia” di Zavattini (1981); Settimo giorno – Zavattini: la realtà e la fantasia (1975); Mimesis (2013).

Documentario RAI
Memorie – Fatti e persone da ricordare
Cesare Zavattini, immaginare altro

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È stato uno dei grandi nomi del Neorealismo, senza i suoi soggetti realizzati da De Sica non avremmo “Sciuscià”, “Ladri di Biciclette”, “I bambini ci guardano”, “Umberto D”, “Bellissima”, “Il Boom”, “Il Tetto”. Un documentario con le testimonianze del regista Virgilio Tosi, della storica del Cinema Stefania Parigi, dello scrittore Guido Conti, della curatrice dell’opera di Zavattini Valentina Fortichiari e del saggista Gualtiero De Santi che ricostruiscono il profilo dell’artista e ricordano i suoi aspetti umani e l’impegno sociale. La sceneggiatura è stata solo uno dei mille impegni di questo italiano che ha attraversato il Novecento da protagonista: pittore, teorico del cinema, giornalista, scrittore, autore di programmi radiofonici e televisivi, di commedie teatrali, di poesie in dialetto luzzarese, inventore di nuove forme di cinema e di documentario. Un uomo sempre in cerca di qualcosa di nuovo, un pioniere di sperimentazione e fantasia, un architetto della parola, per comunicare la pace e la fratellanza tra gli uomini.

Documentario RAI
Italiani con Paolo Mieli
Cesare Zavattini (1902-1989)
Conduce: Paolo Mieli

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