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Massimo Gallo

Geografia

terra

FORMA, DIMENSIONI E COORDINATE TERRESTRI

Forma e dimensioni del nostro pianeta

     Quando, negli anni Settanta del Novecento, l’esplorazione dello spazio consentì agli astronauti una visione del mondo dall’esterno, alcuni scienziati, provocatoriamente, sostennero che la forma della Terra era quella di una pera. Si trattava appunto di una provocazione, visto che nessuno dei corpi celesti che ci circonda ha tale forma.

     La Terra, si è poi abbondantemente dimostrato, è sferica, malgrado il piccolo schiacciamento ai Poli che provoca uno scarto tra il raggio equatoriale e quello polare di soli 21 km e 470 m. Se proprio si vuole definire esattamente tale forma si potrà usare il termine di geoide, in altre parole un solido determinato dai moti di rotazione (azione centrifuga) e di rivoluzione (azione centripeta) della Terra stessa.

     Il riconoscimento della sfericità del nostro pianeta è antico e risale al V secolo a.C.: i geocartografi (che molto spesso erano anche filosofi) greci, da Pitagora a Strabone, da Eratostene a Parmenide, da Eudosso di Cnido ad Aristotele, da Anassimandro a Dicearco da Messina, avevano chiara la coscienza di tale sfericità; anzi Eratostene, per misurare la circonferenza passante per i Poli (meridiano), che poi si discosta di meno di 70 km dalla circonferenza mediana (Equatore), presunse sferica la Terra, fondando su tale forma la dimostrazione del teorema inteso ad ottenere la misura.

     Lo stesso Tolomeo, vissuto tra il 90 ed il 168 d.C., per la rappresentazione del mondo conosciuto, ricorse ad una proiezione conico-tangente perché «se l’obiettivo è quello di distendere su una superficie piana la totalità dei lineamenti esterni della curva ecumene, occorre agire attraverso artifici quali le proiezioni». Che poi per i lunghi secoli altomedievali sia stata adombrata di nuovo la possibilità che la Terra fosse piatta, ciò è dovuto più ad una forzatura nell’interpretazione dei Testi Sacri, che ad una reale convinzione dei rarissimi studiosi originali vissuti in quegli anni. Con la scoperta dell’America, e ancor più con la circumnavigazione, il discorso sulla sfericità del pianeta viene definitivamente chiuso; piuttosto, si tenta in tutti i modi di

precisarne i valori della superficie. Da Snellius a Picard, tra gli inizi e la metà del XVII secolo, vi fu un grosso impegno per misurare l’arco di meridiano o meglio il raggio terrestre (la Terra ritenuta ancora sferica), utilizzando il metodo trigonometrico, sino a giungere alla canonica misura della circonferenza di 40.009 km. È interessante notare che la dimensione della Terra fu usata addirittura come misura di riferimento. Per esempio, nel 1779, i Francesi fissarono la lunghezza del metro in un decimilionesimo della distanza fra l’Equatore e il Polo Nord, misurata lungo un meridiano, e tale prototipo ha resistito sino al 1960.

     Ma quali sono le dimensioni reali ed aggiornate della Terra? Una serie di misure, pur se approssimate di pochi metri, può soddisfare la nostra curiosità. Il raggio polare è lungo 6.357 km, quello equatoriale 6.378; lo schiacciamento è pari, all’incirca, a 1/298. L’asse terrestre, ossia il diametro polare, è di 12.713 km; l’Equatore è lungo 40.076 km; un meridiano, invece, è 40.009 km, come già si è detto. Un grado medio di meridiano (misura fissa) è lungo 111,307 km; un grado all’Equatore misura 111,121 km e va, ovviamente, decrescendo man mano che si procede verso i Poli (alle nostre latitudini misura circa 75 km). La superficie totale è di 510.110.900 km2, mentre il volume si aggira intorno ai 1.083 miliardi di km3. Più aleatorio è indubbiamente il peso, calcolato in circa sei sestilioni di kg.

     Ma più che ricordare questi valori assoluti, è interessante confrontare la Terra col resto del Sistema Solare, di cui costituisce un pianeta medio-piccolo. Inferiori per superficie sono Mercurio, Venere e Marte. Più piccoli sono, in ogni modo, tutti i satelliti noti del Sistema ed ovviamente gli asteroidi, anche se molti di questi ultimi, nel caso di una collisione con questa «aiuola che ci fa tanto feroci», potrebbero provocare (come già è accaduto) notevoli perturbazioni e persino la sua distruzione.

 Meridiani e paralleli

     Un ultimo cenno va fatto a quegli elementi che consentono sia di misurare la superficie terrestre, sia di identificare un punto su di essa. La rete che avvolge in modo immaginario la Terra è costituita dai meridiani e dai paralleli, che sono stati richiamati più volte. I primi sono tutti cerchi massimi passanti per il Polo. Il meridiano fondamentale o zero, riconosciuto tale (e non da tutti i Paesi) a Berlino, nel 1884, è quello che passa dall’osservatorio astronomico di Greenwich. I paralleli, tutte circonferenze di dimensione variabile, si suddividono in 90° a sud. L’Equatore è l’unico cerchio massimo, i Poli sono punti.

     La maglia dei paralleli e dei meridiani consente di identificare un punto sulla superficie terrestre mediante la latitudine e la longitudine.

     Si definisce latitudine la distanza angolare di un punto dall’Equatore, misurata, in gradi e frazioni, sull’arco di meridiano passante per quel punto. Lo strumento usato per effettuare tale misurazione, sino all’introduzione dell’elettronica, era il sestante, apparecchio a punteria che misura l’altezza della Stella Polare, e della Croce del Sud, per l’emisfero australe, sul piano dell’orizzonte dell’osservatore che, per un noto teorema, coincide con i valori della latitudine del punto in cui si trova l’osservatore stesso.

     Si definisce longitudine la distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale, misurata, in gradi e frazioni, sull’arco di parallelo passante per quel punto. Essa si misura mediante due orologi, calcolando la differenza tra l’ora di Greenwich e quella locale, tenuto conto che, nel suo moto apparente intorno alla Terra, il Sole in un’ora copre la distanza di 15°. La latitudine e la longitudine di un punto costituiscono le sue coordinate.

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